Salvatore di Giacomo

Salvatore Di Giacomo, nato a Napoli il 12 marzo 1860, è stato uno dei più grandi poeti, scrittori, drammaturghi e saggisti italiani, figura di spicco della letteratura napoletana. Dopo aver abbandonato gli studi di giurisprudenza, si dedicò con passione al giornalismo e alla poesia, collaborando con diverse riviste come il "Corriere del Mattino" e la "Gazzetta di Napoli". La sua vastissima produzione letteraria, che spazia dalla poesia al teatro e dai saggi storici alla musicologia, è profondamente radicata nel dialetto napoletano, che Di Giacomo ha saputo rendere musicale e raffinato. Attraverso le sue opere, ha narrato la vita quotidiana, le passioni, le sofferenze e la bellezza di Napoli, rendendola immortale. Tra le sue raccolte poetiche più famose si ricordano "A Funtana 'e Castiello" (1881), "Canzone e Napule" (1893) e "Lacreme" (1900). Molte delle sue poesie sono state musicate da celebri compositori come Francesco Paolo Tosti e Mario Costa, diventando canzoni classiche napoletane, tra cui l'indimenticabile "Marechiaro". Salvatore Di Giacomo morì a Napoli il 4 aprile 1934, lasciando un'eredità artistica che ha influenzato generazioni di artisti e ha mantenuto vivo il fascino della lingua e della cultura napoletana. È ancora oggi considerato uno dei massimi esponenti della poesia dialettale e un attento e sensibile osservatore del popolo.

Le opere

FARFALLA NOTTURNA
CONTRASTO INTIMO

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